Già in questo articolo precedente avevo parlato del perché si scrive. Ora affronto un altro problema: quello della scrittura come mestiere. Cosa vuol dire scrivere un buon libro? Il genere letterario è davvero importante? Cambia cioè il modo in cui dobbiamo intendere il mestiere di scrivere a seconda del genere? Vi consiglio di guardare questo breve video dove lo scrittore Carlo Lucarelli spiega cosa sia il mestiere dello scrittore e la differenza tra scrittore "normale" e scrittore noir.
A me personalmente piace molto Lucarelli, perché sa spiegare le cose in modo semplice e chiaro, in ogni sua intervista. Trovo sia utile provare ad entrare nel suo mondo, come in quello di altri scrittori.
Non per tutti è un mestiere
Per la maggior parte delle persone scrivere resta ovviamente una passione, dato che per vivere fanno un altro mestiere. In realtà, almeno credo, questo può essere molto positivo: pensate se doveste scrivere tutti i giorni per forza per almeno 5-6 ore. Non sarebbe facile. Molti probabilmente finirebbero per maledire la scrittura. Lo stesso Lucarelli parla, in altre interviste, di quanto sia difficile dover rispettare le consegne per uno scrittore professionista come è lui.
A me piace scrivere poco alla volta, senza obblighi. Trovo anche molto utile differenziare un po' la mia attività: un giorno scrivo una poesia, quello dopo un racconto, quello dopo ancora un articolo per il blog, nei giorni che non mi va o non ho tempo non scrivo niente. Non mi annoio mai, lo giuro.
Conosco diverse persone che si occupano per esempio di copywriting, e lamentano il fatto di passare molto tempo a scrivere di cose che non vorrebbero scrivere, cose poco interessanti. Spesso sono articoli finalizzati alla vendita di qualche prodotto. Forse ad uno scrittore professionista accade lo stesso?
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