Passa ai contenuti principali

Il mestiere di scrivere

Già in questo articolo precedente avevo parlato del perché si scrive. Ora affronto un altro problema: quello della scrittura come mestiere. Cosa vuol dire scrivere un buon libro? Il genere letterario è davvero importante? Cambia cioè il modo in cui dobbiamo intendere il mestiere di scrivere a seconda del genere? Vi consiglio di guardare questo breve video dove lo scrittore Carlo Lucarelli spiega cosa sia il mestiere dello scrittore e la differenza tra scrittore "normale" e scrittore noir.


A me personalmente piace molto Lucarelli, perché sa spiegare le cose in modo semplice e chiaro, in ogni sua intervista. Trovo sia utile provare ad entrare nel suo mondo, come in quello di altri scrittori.

Non per tutti è un mestiere

Per la maggior parte delle persone scrivere resta ovviamente una passione, dato che per vivere fanno un altro mestiere. In realtà, almeno credo, questo può essere molto positivo: pensate se doveste scrivere tutti i giorni per forza per almeno 5-6 ore. Non sarebbe facile. Molti probabilmente finirebbero per maledire la scrittura. Lo stesso Lucarelli parla, in altre interviste, di quanto sia difficile dover rispettare le consegne per uno scrittore professionista come è lui. 
A me piace scrivere poco alla volta, senza obblighi. Trovo anche molto utile differenziare un po' la mia attività: un giorno scrivo una poesia, quello dopo un racconto, quello dopo ancora un articolo per il blog, nei giorni che non mi va o non ho tempo non scrivo niente. Non mi annoio mai, lo giuro.  
Conosco diverse persone che si occupano per esempio di copywriting, e lamentano il fatto di passare molto tempo a scrivere di cose che non vorrebbero scrivere, cose poco interessanti. Spesso sono articoli finalizzati alla vendita di qualche prodotto. Forse ad uno scrittore professionista accade lo stesso?

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione: "Eppure cadiamo felici" di Enrico Galiano

Scheda libro Titolo: Eppure cadiamo felici Sottotitolo: Non aver paura di ascoltare il rumore della felicità Autore: Enrico Galiano Editore: Garzanti Genere: Romanzo Anno di uscita: 2017 Riassunto  (fonte: aletta anteriore, edizione Garzanti) Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire. Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso.

Autorità e valore di un’opera narrativa

In questo articolo/post vorrei parlarvi di qualcosa che bene o male volteggia fra i pensieri di chi decida di scrivere, soprattutto narrativa, ma che può essere esteso all’intero ambito della creazione artistica: un testo – o un’opera narrativa – ha un valore artistico intrinseco? La maggior parte di noi, sulla scia di quanto comunemente accettato come ragionevole verità, risponderà in maniera saldamente affermativa a questa domanda – dopotutto vi è un numero sterminato di esempi che confermano una tale posizione teorica, sia nella letteratura che in qualsiasi ramo di ciò che viene definito arte; senza che si abbiano alle spalle anni di studi nel campo il senso comune suggerisce che un’opera narrativa “nasce” recando in sé o meno un valore letterario-artistico presente sin dall’origine, un po’ come una caratteristica biologica inestricabilmente codificata nel DNA. E una tale posizione è anche spesso mantenuta dalla stragrande maggioranza degli scrittori emergenti/esordienti

Recensione: “Il fuoco, il vento e l’immaginazione” di Antonella Salottolo

Per la mia prima volta in veste da recensore su queste pagine digitali vi parlerò di un romanzo d’esordio dagli spunti progettuali interessanti ma afflitto da problemi che purtroppo ne minano in maniera critica la qualità complessiva finale. Scheda libro  Titolo: Il fuoco, il vento e l’immaginazione Autore: Antonella Salottolo Edito da: Kubera edizioni Distribuito da: Borè s.r.l. (librerie/e-store) Uscita: 11 gennaio 2019 (1a edizione cartacea); 25 febbraio 2019 (elettronico) Formato: brossura (cartaceo); Kindle (elettronico) Genere: romanzo Pagine: 184 cartaceo; 159 elettronico Prezzo: 14 € cartaceo; 3.99 € Kindle Il libro  Il fuoco, il vento e l’immaginazione è, per dichiarati intenti dell’autrice esposti nell’introduzione del libro, un romanzo atipico comprendente elementi eterogenei legati da un “fil rouge che permette a tutti questi elementi di stare armonicamente insieme all’interno dello stesso quadro” (pag. 7) individuato dalla stessa ne “L’IMMAGINA