Quanti tra voi hanno una canzone preferita? Chi può dire,
senza ombra di dubbio, di non avere un rumore particolare, un suono che sia particolarmente
evocativo di uno stato d'animo, una emozione o un sentimento particolare?
Se facciamo una passeggiata in un luogo immerso nella natura
saremo accolti da una sinfonia piacevole e rilassante che richiama uno stato
interiore di benessere e stabilità. Il cinguettio degli uccelli, il ronzio
degli insetti, lo scroscio di un corso d'acqua, lo scricchiolio causato da rami
e foglie secche che si sgretolano sotto le mie scarpe mentre attraverso un
sentiero, sono tutti canalizzatori di uno stato di presenza rispetto
all'esperienza che stiamo vivendo. Concentrarci sui rumori lasciando andare i
pensieri può essere un utile espediente per porci nella condizione migliore per
fare emergere la nostra creatività.
Allo stesso tempo i rumori possono richiamare anche
sensazioni ed emozioni scomode. Le urla e i pianti possono richiamare tristezza
se non sgomento ed orrore, così come il rumore di un macchinario all'interno di
una fabbrica può suscitare ansia e preoccupazione. Tutto dipende
dall'ancoraggio che si è creato tra un particolare rumore ed un generico stato
interno, l'udito, così come gli altri sensi, può essere un canale attraverso
cui rievocare il nostro vissuto, un'esperienza del nostro passato a cui quel
rumore fa da sottofondo musicale. I ricordi non sono diapositive fisse ma
immagini in movimento, pregne di suoni, colori ed odori. Partendo da uno di
questi elementi possiamo ricostruire il quadro d'insieme, come un pittore che
inizia a dare delle pennellate sulla tela che si riveleranno infine funzionali
per l'opera che voleva creare e coerenti con gli altri elementi che la
compongono.
Un utile esercizio per allenare la creatività e trovare uno
spunto che faccia emergere l'idea da narrare per scritto è quindi quello di
cercare dei suoni che sappiamo essere particolarmente evocativi per noi. Può
essere, per esempio, il rumore delle onde del mare che si infrangono sugli
scogli, oppure una musica che amiamo molto, o ancora il chiacchiericcio di una
folla in cui parole, espressioni e tonalità si mescolano dando vita ad un unicum
indefinibile ed incomprensibile.
Chiudete gli occhi, e portate per qualche istante tutta
l'attenzione ad un suono. Poi sintonizzatevi sul vostro mondo interiore,
portate l'attenzione al corpo ed osservate in quale distretto corporeo risuona
quel rumore. Nella pancia? Nel petto? O forse nella gola? Com'è quella
sensazione? Un nodo che stringe, un senso di vuoto o di pienezza? E come vi fa
stare quella sensazione? Quale emozione emerge? Gioia? Tristezza? Rabbia?
Quando l'avete identificata, potete riaprire gli occhi e
chiedervi: se quella emozione volesse raccontare una storia, quale narrerebbe?
Se potesse parlare e comunicare un messaggio, un'esperienza o una riflessione
con cui propagarsi al prossimo, cosa racconterebbe? Come potreste trasmettere
quella gioia, o anche quella tristezza o paura? Facendo parlare direttamente
quell'emozione. Lasciando che sia lei a fare da “voce narrante”, così da
evocare l'emozione corrispondente nel nostro lettore.
Ora potete prendere carta e penna, e iniziare il vostro
viaggio alla ricerca delle note della
vostra anima che vi serviranno per comporre una bellissima sinfonia da poter
suonare ogni giorno della vostra vita.
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