In questa prima segnalazione del blog, presentiamo un libro particolare e in realtà di non facile valutazione.
Scheda libro
Titolo: Racconti assurdi ma non troppoAutore: Emiliano Gambelli
Edito da: Fucine Editoriali
Uscita: Gennaio 2019
Formato: Brossura (13x20 cm)
Genere: Racconti
Pagine: 96
Il libro
IL LIBRO – Racconti assurdi ma non troppo è
un libro che indaga, nel breve spazio di cinque racconti, la nostra
interiorità soprattutto quando è coscienza, che riemerge
costantemente, a partire dalle piccole cose e dai piccoli pensieri
quotidiani, associazioni mentali improvvise che scatenano altrettanto
improvvisi flussi di coscienza.
Lo stile è sicuramente personale e - almeno a prima vista - originale: non si può che rimanere colpiti e forse un po’ spaesati leggendo questi racconti, il cui ritmo molto rapido obbliga a fare lo sforzo di fermarsi per non essere travolti dalla corrente dei pensieri.
Sono presenti moltissimi - forse troppi - giochi di parole, a volte azzeccati, altre volte più forzati, ma sempre freschi, quasi sempre divertenti. Alcuni di essi nascondono significati più importanti e sono forse il cuore del libro, la sua chiave di lettura. In particolare l’autore sembra volerci ricordare che essere vivi vuol dire non dimenticarsi di sé stessi (“Se avete in mano questo libro non significa che siate vivi”). A volte noi ci perdiamo, oppure vorremmo definire gli altri senza nemmeno conoscere noi stessi (“...chi sono io? Ma vi sembrano domande da fare? Come se voi aveste capito chi siete veramente”).
Ma dunque torniamo sullo stile, che appare come qualcosa di originale solo se non si conosce Alessandro Bergonzoni, che nel suo modo di fare teatro ci propone gli stessi giochi di parole che ritroviamo espressi in Racconti assurdi ma non troppo. L’autore stesso sostiene di esserne molto influenzato. A volte - laddove genera qualcosa di nuovo e di personale - questa influenza produce esiti felici, altre volte meno, poiché il risultato non riesce ad essere magnetico come uno spettacolo di Bergonzoni, essendo quella di un racconto parola scritta e non recitata.
Dunque un libro di racconti brevi che, ad una prima lettura, non sembrano esattamente dei racconti, ma piuttosto la trasposizione scritta delle forme e dei contenuti propri teatro comico o - a seconda di come lo si vede - dell’assurdo, da cui forse la scelta del titolo. Proprio questa componente assurda rende difficile valutare questo libro, che a tratti piace molto, a tratti invece disorienta il lettore, che magari non condivide la visione dell’autore (il mettere il nonsenso, o appunto l'assurdo, al centro di tutto) o magari non condivide la volontà di giocare continuamente con le parole, che in certi casi vanno rispettate come portatrici di significati precisi.
Posso dire comunque di aver fatto un viaggio mentale, un viaggio dentro di me grazie a questa raccolta di racconti. Non sempre il viaggio porta dove vogliamo, non sempre ha lieto fine, magari non capiamo neppure sempre il senso di questo viaggio (soprattutto se abituati a forme letterarie più tradizionali), ma è pur sempre un andare dove non sapremmo andare da soli, uscendone più ricchi.
L'autore
AUTORE – Emiliano Gambelli nasce a Roma il 3 luglio 1984.
Non c’è modo migliore, per definire Emiliano Gambelli come scrittore, che utilizzare le sue stesse parole con cui si descrive e lo fa divertendoci:
Cantautore, scrittore sarto della parola, paroliere, Scarabeo e Tabù. Il tutto per sbaglio, soprattutto di chi lo segue. Amante dell'assurdo e del paradosso, di tutto lo scibile, il visibile ma soprattutto l'invisibile e incomprensibile. Pratica il salto quantico, aspira al salto di qualità e non disdegna il salto in bocca. “Faccio un salto al supermercato e torno" la sua frase più famosa.
Eternamente in attesa di captare parole si erige a ripetitore (no, non impartisce ripetizioni) nella speranza d'inviare segnali di vita. Non perché pensi non ce ne siano ma perché teme il suo smettere di accusarne. Dopo aver girovagato in lungo e in largo alla ricerca di un’indeterminazione lavorativa, ha deciso di attraccare in porti meno sicuri e ben più metafisici quali il mutuo variabile e la poligamia seriale. Ovviamente con scarsi risultati ma è sognatore e dunque, di notte, è tutto questo e molto più.
Dopo tre libri di incerto successo ha da poco sfornato il suo quarto lavoro decidendo che, questa volta, sarà anche di dubbio gusto: al sapor di Boh!
Conclusioni
C'è la sensazione, leggendo il libro, che l'autore abbia molto da dire, che non abbia esaurito affatto il suo potenziale, ma che debba andare oltre il gioco di parole per arrivare in un modo più semplice e più diretto al cuore dei lettori.
(Autore dell'articolo: Edoardo Contin)
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